lunedì 16 marzo 2015

L'ULTIMO DEI COMMISSARI

In questi giorni si è fatto un gran parlare del clamoroso "escamotage" per evitare il commissariamento del comune di Agropoli. La venuta del commissario, prevista per legge in caso di dimissioni del sindaco, è stata descritta come un male assoluto da chi oggi è all'amministrazione perché bloccherebbe lo sviluppo, le attività in corso, le tante meraviglie del paese. Nulla di più falso. Il Commissario Prefettizio ha tutti i poteri per garantire l’ordinaria amministrazione  e tutti i servizi essenziali alla cittadinanza, ad esempio la pulizia delle strade, delle spiagge, l’illuminazione e nulla vieta che potrebbe adottare anche altri atti di buonsenso.

Certo, a differenza di  un’amministrazione a caccia di voti avrebbe più oculatezza nella gestione finanziaria (ricordo che il comune di Agropoli ha avuto per l’anno passato una esposizione allo scoperto di cassa di oltre 10 milioni d’euro!) e non avrebbe legami di dipendenza clientelare nell’affidamento di appalti e incarichi. Ciò favorirebbe la trasparenza e la partecipazione di soggetti nuovi che grazie a procedure aperte e di evidenza pubblica potrebbero aggiudicarsi un appalto o un, seppur temporaneo, posto di lavoro.

La lobby al potere invece ha innegabilmente tutt'altro interesse. Hanno i loro professionisti, imprese e cooperative. E oggi più che mai devono essere ben “sfamati” perché il momento del voto si avvicina e i numeri contano.

Mi sono poi chiesto quand’è che fu l’ultima volta che il comune fu commissariato e soprattutto chi fu a determinare lo stesso commissariamento. La risposta ha dell’incredibile. Era il 2006 e 13 consiglieri comunali* firmarono le dimissioni in blocco causando lo scioglimento del consiglio comunale e l’immediato commissariamento.

L’allora sindaco Domini dichiarò che dietro l'operazione «C'è stata una regia di persone che non sono di Agropoli, che non vivono ad Agropoli e non ne conoscono i problemi». Chiara fu l’allusione a chi dell'operazione fu poi il maggiore beneficiario e che oggi paradossalmente grida al commissariamento come una sciagura da evitare. E ancor più sorprendente che proprio buona parte di quei consiglieri che firmarono le dimissioni siedono oggi nei ruoli della sua giunta e del consiglio comunale al grido di “Tutto cambi, perché nulla cambi!”.



*Emilio Malandrino (Fi), Gianluigi Giuliano (Fi), Adamo Coppola (Fi), Mario Capo (An), Nicola Comite (An), Marinella La Porta (Margherita), PietroPaolo Marciano (Margherita), Roberta Morrone (Margherita), Orfeo Marrocco (Margherita), Angelo Andreiuolo (Sdi), Rodolfo Rizzo (Indipendente), Giovanni Orrico (Indipendente), Gerardo Santosuosso (Indipendente)

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